mercoledì 15 ottobre 2014

VIVERE MEGLIO E STRESSARCI MENO? UN'ARTE TRA CORPO E MENTE.

La leggerezza non esclude l'intensità e l'impegno, 
anzi aggiunge sapore al vivere e rende più tollerabili i pesi.
Vivere è un’arte, e così stressarci meno: occorre creatività e tecnica.
Ci serve ascoltare il corpo, avere fiducia nella nostra capacità di far fronte alla difficoltà, sviluppare soluzioni e, magari, ricorrere a delle strategie antistress. Ascoltiamo il corpo per scoprire che sentirci aiuta a rilassarci e proviamo tecniche. Per scegliere cosa trattenere e cosa lasciar andare.
Ne parleremo assieme
venerdì 24 Ottobre 2014 
alle ore 20,45 
a Settala presso l'Aula Consiliare in Via Verdi 8.
Col patrocinio del Comune di Settala si terrà, infatti, il secondo incontro dedicato a gestire meglio lo stress.

Gli obiettivi (come da locandina qui a lato):
Conoscere qui e ora il nostro stress;
Ascoltare il corpo;
Imparare a rilassarci;
Apprendere alcune tecniche cognitive, immaginative e corporee per la gestione dello stress
Relatore: Dr.ssa Gabriella Giunco
Partecipazione gratuita.  
Vi aspettiamo!

Un aforisma di serenità e riflessione

Chi ha ferite tace,
le medica ogni giorno,
sente sia la mancanza che la presenza,
porta ricordi di luce e colore ogni giorno.

martedì 14 ottobre 2014

Gestire lo stress: come riconoscerlo e quando ricorrere allo psicologo.


Se vi aspettate test o check list per verificare il vostro grado di malessere, qui non ne troverete, ce ne sono tanti in rete e il mio intento è un altro. Mi interessa portare l’accento su quello che conta dietro queste domande. 

Prendiamo qualche domanda dal primo test “scopri il tuo livello di stress” trovato in rete:

Vi succede spesso di dimenticare dove avete messo le cose?

Vi capita spesso di svegliarvi di notte pensando a quello che dovete fare domani?

Fate fatica a prendere sonno la sera?

Queste domande vi parlano di dati osservabili oggettivamente di malessere: lo stress non è solo un vissuto soggettivo (“mi sento sotto pressione”, “perennemente stanco”, “spremuto”, “disperato e impotente”), ma è anche un fenomeno con un volto dai connotati osservabili dall’esterno, a volte addirittura misurabili come le ore di sonno (perse), l’entità delle  occhiaie, la frequenza degli spuntini notturni in prossimità di una consegna importante, la pressione arteriosa che sale, come puntualmente indicato dalla macchinetta della pressione quando viviamo periodi duri.

Ci sono segnali oggettivamente osservabili di malessere, la situazione, però, si fa difficile se avete presente cos'è lo stress e come si manifesta, ma per capire come state vi occorre comunque rispondere a queste domande
Come dire che vi serve puntare su quello che si vede da fuori per capire come state voi dentro.

Eppure a volte tutti viviamo situazioni per noi così stressanti da alienarci da noi stessi, siamo così immersi in un ambiente difficile-ostile da pensare di non poterci permettere di dedicare un po’ di attenzione a come stiamo: siamo rivolti al 100% fuori di noi, presi a scrutare le situazioni e a capire come muoverci, fino perdere la consapevolezza di noi stessi. E così il collo diventa contratto, ma ce ne accorgiamo solo quando inizia a farci male. 

A una mia paziente questo è costato un ricovero: era incinta e così concentrata sul lavoro da dimenticarsi di bere e andare in bagno. Risultato: reni affaticati al punto da dover chiamare l’ambulanza. 

E' un caso estremo, ma quante volte non ascoltiamo come stiamo sotto la pressione delle cose da fare? 

A volte siamo magari così impegnati in un’attività da dimenticarci di avere un corpo e ricordarcelo solo quando manda segnali di dolore o quando qualcuno ci abbraccia (una bella opzione!).

Tutto questo ha un senso, almeno lo ha avuto in passato. 
La reazione di "stress" serviva ai nostri antenati per agire comportamenti di attacco e fuga quando la posta in gioco era vivere o morire: davanti a una tigre coi denti a sciabola occorrevano risposte immediate efficaci - ucciderla o scappare a gambe levate - non certo capire come stavamo di fronte alla tigre, nè se avevamo sonno o fame.

Il problema dello stress dell'uomo contemporaneo è la cronicizzazione, quando siamo costantemente tesi perdiamo lucidità, viviamo male e abbiamo una percezione annebbiata di come stiamo e dei nostri bisogni.

L’aspetto positivo è che questo annebbiamento con un atto consapevole di  ascolto di sé può sciogliersi. Ritrovarci nell’ascolto di noi stessi può fare molto per il nostro benessere.

Rispondete ora in modo secco, senza pensarci su, a questa domanda:

Quanto ti senti stressato da 1 a 10?

Il primo numero che hai pensato, prima di partire con gli aggiustamenti e le limature, dice molto di te in questo periodo.

Ora ti propongo una sintesi delle 5 stadi dello stress cronico:

1 : Stanchezza cronica (fisica e mentale, ci si alza stanchi, si rientra stravolti)

2 : Problemi interpersonali e autoisolamento (meno autocontrollo e più irritabilità portano a relazioni insoddisfacenti)

3 : Turbe emotive (aggressività, insicurezza, confusione, instabilità emotiva, perdita di efficienza, perdita di controllo).

4 : Dolori cronici (quando detto sopra e rigidità muscolari)

5 : Patologie da stress (quando sopra e crollo sistema immunitario)

In quale stadio ti riconosci?

Se ti trovi in una fase che corrisponde al tuo "livello-numero di stress”, bene, sai da dove parti!

Se noti una notevole differenza, vale la pena che ti ci soffermi: ad esempio, se ti vivi stressato a livello 6, ma sei pieno di dolori cronici e contratture e ti ammali continuamente, stai sottostimando il tuo stress. Lavorare sull’ascolto di te stesso e sul tuo evitare di ascoltarti può essere buono per te.

Tornando alla questione posta nel titolo, ovvero quando ricorrere a uno psicologo per un aiuto nella gestione dello stress, il tema è ricchissimo e sfaccettato.

Dietro un vivere fortemente stressati spesso ci sono dinamiche che riguardano un modo più ampio di stare al mondo, un modo spesso profondamente disfunzionale per il nostro benessere che abbiamo imparato nella nostra storia.

A volte notiamo intere vite spese in modo disfunzionale, magari brillanti da certi punti di vista, ma stressate e infelici. Se come Napoleone non siamo capaci di stare nei vuoti e di assaporare le vittorie, se quello che facciamo non è mai abbastanza, allora saremo alla perenne ricerca di successi e non godremo di nessuno di essi. Ci stresseremo cercando ciò che non ci serve, trascurando i nostri veri bisogni. Napoleone sa tutto del successo e del potere, ma perennemente stressato a Sant'Elena dichiara: "non sono stato felice un solo giorno della mia vita".
Meglio intervenire prima sul nostro modo di vivere! 

Altri modo per stressarci a vita? Il modello della crocerossina e quello del compiacente: sia aiutare tutti per forza, sia cercare di piacere a tutti implica perseguire due obiettivi impossibili. Entrambi sono validi strumenti per vivere costantemente frustrati e stressati. Entrambi ci tolgono ogni possibilità di scegliere una vita davvero nostra, lasciando che siano i desideri degli altri a plasmarla.

Su questi e su altri modelli disfunzionali si può intervenire e si può fare molto col supporto di un professionista. Altre volte è una situazione oggettivamente pesante (es. un lutto, una separazione) a portare le persone a cercare occasioni di ascolto e sostegno di uno psicologo.

In ogni caso, gestire meglio il vostro stress è “qualcosa che scegliete di fare per voi”. Un dono per la qualità della vostra vita. Il modo, da soli o accompagnati, sta a voi e ai vostri bisogni.