mercoledì 19 settembre 2012

Come aumentare l'autostima? Integrità e coerenza prima dei baci allo specchio


Lo faccio per potermi guardare allo specchio la mattina”, questa la risposta data da un mio collega all'epoca. Il responsabile del servizio gli aveva chiesto perché si ostinasse a lavorare considerato che era ricco di famiglia e avrebbe potuto limitarsi a gestire i beni di casa.
Lui rispose con quelle sole parole. Non servì altro.

Potersi guardare allo specchio, essere fieri di sé, per lui era legato al fare qualcosa di “produttivo” per mostrarsi degno di stima ai propri occhi. I propri, non quelli degli altri.
E lo è anche per noi se ci pensiamo bene.

Possiamo fare lo sforzo d'ascoltarci ed ammettere che abbiamo vissuto momenti in cui guardare il nostro viso in quello specchio, attivatore della nostra consapevolezza di noi stessi, è stato più facile o difficile di quanto lo sia oggi.

Non siamo ciò che facciamo, ma non riusciamo ad avere un’idea positiva di noi stessi se agiamo contro i nostri valori o per pigrizia rinunciamo ad essi: in altri termini, non siamo ciò che facciamo, ma se agiamo contro il nostro sé più profondo, stiamo male e addio sguardo sereno allo specchio.

Non importa se ci giudichiamo consapevolmente o meno, la nostra opinione di noi stessi è intaccata ogni volta che ci tradiamo, esattamente come gode di ogni nostra scelta coerente, che ci fa davvero vivere meglio. Non a caso, uno dei peggiori nemici dell’autostima e del vivere bene è dirsi “tanto lo saprò soltanto io”: noi, la nostra coscienza, siamo il nostro giudice più spietato.

 Al contrario, fare qualcosa di concreto per alimentare una buona autostima, farla crescere significa agire in modo coerente con i propri valori e la propria visione del mondo, fare qualcosa che esprime ciò che siamo laddove più ci interessa essere noi stessi: per qualcuno può essere il lavoro, per altri la famiglia, gli amici, o un hobby, per altri ancora raggiungere/mantenere un buon equilibrio tra la sfera privata e lavorativa.

Si tratta di porre le basi per un circolo virtuoso a più livelli: serve una buona autostima per decidere che vale la pena ascoltare i nostri bisogni e impegnarci per soddisfarli, allo stesso modo ascoltarci ed iniziare a dare più valore ai nostri bisogni ci porterà ad azioni coerenti che a loro volta aumenteranno la nostra autostima.

Tutto questo senza contare l’impatto della qualità della nostra autostima sulla qualità delle nostre relazioni: non ho mai conosciuto persone pienamente assertive con una bassa autostima. Un’autostima efficace ci permette di costruire rapporti pienamente adulti: ci salva sia dal vivere gli altri come minaccia, sia dal considerarli esclusivamente come fonte dei riconoscimenti che non sappiamo farci da soli, sia dall’usarli come mezzi per i nostri scopi– non ci sentiamo un vaso di coccio tra vasi di ferro, né bambini a caccia d’approvazione per sentirsi degni d’amore, né strumenti per gli scopi di altri. Un’altra ragione per migliorare la nostra autostima? Ci permette di riconoscere le qualità degli altri senza sentircene impoveriti, ed è così che ci alleggerisce dalla pesantezza di invidie davvero inutili. E soprattutto, come esemplificato un altro mio post (Rapporto tra Autostima e Realizzazione? Sale & Spaghetti), l’autostima è un ingrediente indispensabile della nostra autorealizzazione. Una ragione in più per lavorare appassionatamente sulla nostra autostima.

mercoledì 12 settembre 2012

Il rapporto tra autostima e realizzazione personale? Sale & Spaghetti


Un piatto di spaghetti per descrivere il rapporto
tra autorealizzazione ed autostima 
Per cucinare un buon piatto di pasta occorre il sale, il sale non determinerà se i nostri spaghetti saranno mediocri, gustosi o addirittura piatti da gourmet, ma certo se dimentichiamo il sale o ne mettiamo troppo roviniamo il piatto.

Il rapporto tra autostima e realizzazione personale ha qualcosa di simile: non basta l’autostima per realizzarci, ma certo è un ingrediente indispensabile a questo scopo.

A questa somiglianza si accompagnano tre differenze:

1)     Mentre col sale possiamo esagerare rendendo i nostri spaghetti immangiabili, l’autostima quando è vera autostima non è mai troppa. In altri termini, alimentarla e migliorarla ci fa sempre bene. L’orgoglio, contrariamente a quanto spesso si pensa, non è il risultato di troppa autostima, di un eccesso di fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità, ma un tentativo più o meno inconsapevole di compensare le proprie insicurezze.

2)     Il sale lo possiamo aggiungere anche alla fine, correggendo l’errore iniziale, l’autostima, invece, non possiamo “aggiungerla” alla fine, come se fosse un optional: non possiamo pensare di realizzarci e credere di riuscirci rimandando a un secondo momento di nutrire la nostra autostima. O meglio, possiamo farlo ma se non affrontiamo il tema autostima in tempo utile prima o poi distruggeremo da soli ciò che abbiamo ottenuto. Pensiamo a chi ha una vita felice e a un certo punto inizia a sabotarla fino a perdere tutto e pensiamo a chi, invece, riesce a mantenere nel tempo un buon equilibrio: spesso si tratta di persone con livelli di autostima diversi.

3)     Il sale non facilita la preparazione di un piatto di pasta, l’autostima, invece, facilita e agevola la realizzazione personale. Di fatto è difficile trovare una persona con una forte sana autostima che non abbia realizzato/non stia lavorando per realizzare sé stessa, negli ambiti per lei importanti. Sotto questo punto di vista, restando nella metafora culinaria, l’autostima ricorda più il lievito del sale: più ce n’è, migliore viene la pasta per la pizza e più buona la pizza.
 
Esistono modi per lavorare sul sale/lievito autostima di ognuno di noi. 
Un buon percorso di crescita personale ed una psicoterapia orientata a
sviluppare le risorse della persona permettono, a livelli differenti, di lavorare assieme al
cliente/paziente anche su questo punto davvero cruciale per la qualità della vita.