Se vi aspettate test o check list per verificare il vostro grado di
malessere, qui non ne troverete, ce ne sono tanti in rete e il mio intento è un altro. Mi interessa portare l’accento su quello che conta
dietro queste domande.
Prendiamo qualche domanda dal primo test “scopri il tuo livello di stress” trovato in rete:
Vi succede spesso di dimenticare dove
avete messo le cose?
Vi capita spesso di svegliarvi di
notte pensando a quello che dovete fare domani?
Fate fatica a prendere sonno la sera?
Queste domande vi parlano di
dati osservabili oggettivamente di malessere: lo stress non
è solo un vissuto soggettivo (“mi sento sotto pressione”, “perennemente stanco”,
“spremuto”, “disperato e impotente”), ma è anche un fenomeno con un volto dai
connotati osservabili dall’esterno, a volte addirittura misurabili come le ore
di sonno (perse), l’entità delle occhiaie, la frequenza degli spuntini notturni in prossimità di una consegna
importante, la pressione arteriosa che sale, come puntualmente indicato dalla
macchinetta della pressione quando viviamo periodi duri.
Ci sono segnali
oggettivamente osservabili di malessere, la situazione, però, si fa difficile se avete presente cos'è lo stress e come si manifesta, ma per capire come state vi occorre comunque rispondere a queste domande.
Come dire che vi serve puntare su quello che si vede da fuori per
capire come state voi dentro.
Eppure a volte tutti viviamo situazioni per noi così stressanti da
alienarci da noi stessi, siamo così immersi in un ambiente
difficile-ostile da pensare di non poterci permettere di
dedicare un po’ di attenzione a come stiamo: siamo rivolti al 100% fuori di noi, presi a scrutare le situazioni e a capire come muoverci, fino perdere la consapevolezza di noi
stessi. E così il collo diventa contratto, ma ce ne accorgiamo solo quando inizia a farci male.
A una mia paziente questo è costato un ricovero: era incinta e così
concentrata sul lavoro da dimenticarsi di bere e andare
in bagno. Risultato: reni affaticati al punto da dover chiamare l’ambulanza.
E' un caso
estremo, ma quante volte non ascoltiamo come stiamo sotto la pressione delle cose da fare?
A volte siamo magari così impegnati in un’attività da dimenticarci di avere un corpo e ricordarcelo solo quando manda segnali di dolore o quando qualcuno ci abbraccia (una bella opzione!).
Tutto questo ha un senso, almeno lo ha avuto in passato.
La reazione di "stress" serviva ai nostri antenati per agire comportamenti di attacco e fuga quando la
posta in gioco era vivere o morire: davanti a una tigre coi denti a sciabola occorrevano
risposte immediate efficaci - ucciderla o scappare a gambe levate - non certo capire come stavamo di fronte alla tigre, nè se
avevamo sonno o fame.
Il problema dello stress dell'uomo contemporaneo è la cronicizzazione, quando siamo costantemente tesi perdiamo lucidità, viviamo male e abbiamo una percezione annebbiata di come stiamo e dei nostri bisogni.
L’aspetto
positivo è che questo annebbiamento con un atto consapevole di
ascolto di sé può sciogliersi. Ritrovarci nell’ascolto di noi stessi può fare molto per il nostro benessere.
Rispondete ora in modo secco, senza
pensarci su, a questa domanda:
Quanto ti senti stressato da 1 a 10?
Il primo numero che hai pensato,
prima di partire con gli aggiustamenti e le limature, dice molto
di te in questo periodo.
Ora ti propongo una sintesi delle
5 stadi dello stress cronico:
1 :
Stanchezza cronica (fisica e mentale, ci si alza stanchi, si rientra stravolti)
2 :
Problemi interpersonali e
autoisolamento (meno autocontrollo e più irritabilità portano a relazioni insoddisfacenti)
3 :
Turbe emotive (aggressività, insicurezza, confusione, instabilità
emotiva, perdita di efficienza, perdita di controllo).
4 :
Dolori cronici (quando detto sopra e rigidità muscolari)
5 :
Patologie da stress (quando sopra e crollo sistema immunitario)
In quale stadio ti riconosci?
Se ti trovi in una fase che corrisponde al tuo "livello-numero di stress”, bene, sai da dove parti!
Se noti una notevole differenza, vale la pena che ti ci soffermi: ad
esempio, se ti vivi stressato a livello 6, ma sei pieno di dolori cronici e
contratture e ti ammali continuamente, stai sottostimando il tuo stress. Lavorare
sull’ascolto di te stesso e sul tuo evitare di ascoltarti può essere buono per te.
Tornando alla questione posta
nel titolo, ovvero quando ricorrere a uno psicologo per un aiuto nella gestione
dello stress, il tema è ricchissimo e sfaccettato.
Dietro un vivere fortemente stressati spesso ci sono dinamiche che riguardano un modo più ampio di stare al mondo, un modo spesso profondamente disfunzionale per il nostro
benessere che abbiamo imparato nella nostra storia.
A volte notiamo intere vite spese in modo disfunzionale,
magari brillanti da certi punti di vista, ma stressate e infelici. Se come Napoleone non siamo capaci di stare nei vuoti e di assaporare le vittorie, se quello che facciamo
non è mai abbastanza, allora saremo alla perenne ricerca di successi e non godremo
di nessuno di essi. Ci stresseremo cercando ciò che non ci serve, trascurando i nostri veri bisogni. Napoleone sa tutto del successo e del potere, ma perennemente stressato a Sant'Elena
dichiara: "non sono stato felice un solo giorno della mia vita".
Meglio intervenire prima sul nostro modo di vivere!
Altri modo per stressarci a vita? Il modello della crocerossina e quello del compiacente:
sia aiutare tutti per forza, sia cercare di piacere a tutti implica
perseguire due obiettivi impossibili. Entrambi sono validi strumenti per vivere costantemente
frustrati e stressati. Entrambi ci
tolgono ogni possibilità di scegliere una vita davvero nostra, lasciando che
siano i desideri degli altri a plasmarla.
Su questi e su altri modelli disfunzionali si può intervenire e si può fare molto col supporto di un professionista. Altre volte è una situazione oggettivamente pesante (es. un lutto, una separazione) a portare le persone a cercare occasioni di ascolto e sostegno di uno psicologo.
In ogni caso, gestire meglio il vostro stress è “qualcosa che scegliete di fare per voi”. Un dono
per la qualità della vostra vita. Il modo, da soli o accompagnati, sta a voi e ai vostri bisogni.